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Green Economy e Change Management

Alla fine del mese di dicembre del 2019 la fondazione IFEL Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (IFEL), Fondazione istituita nel 2006 dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) ha emesso un interessante documento relativo ai costi del servizio di gestione dei rifiuti. Il documento introduce alcune linee guida interpretative relative al calcolo del fabbisogno standard richiamate dalla delibera di determinazione del metodo tariffario di Arera del 31 ottobre scorso, la delibera 443.

Il calcolo del fabbisogno standard altro non è che il tentativo di definire come calcolare la effettiva necessità di risorse da mettere a disposizione dei comuni (o meglio che i comuni devono mettere a disposizione) per la gestione dei servizi pubblici locali.
Per quanto riguarda i rifiuti il calcolo individua una serie di fattori:

  1. Un costo medio nazionale stabilito in 130,45 a tonnellata.
  2. Un cluster stabilito sulla base della natura orografica, caratteristiche demografiche e sociali del territorio.
  3. Economie/diseconomie di scala sulle quantità dei rifiuti raccolti.
  4. Fattori di contesto demografico, morfologico ed economico
    (Età media della popolazione, Percentuale di residenti con titolo universitario, Densità media della popolazione, Reddito medio complessivo imponibile IRPEF).
  5. Dotazione regionale di infrastrutture.
    Il costo di smaltimento dipende dalla tipologia degli impianti presenti a livello regionale e dalla loro capacità di smaltimento. Ad esempio, per ogni impianto di coincenerimento disponibile nella Regione il costo standard si riduce di 1,88 euro per tonnellata.
  6. Forma di gestione associata.
    La gestione in forma associata mostra mediamente un costo standard più alto di 5,82 euro per tonnellata.
  7. Modalità di gestione del servizio.
    La presenza, ad esempio, di raccolta domiciliare mostra mediamente un costo standard più alto di 14,71 euro per tonnellata
  8. Quota di raccolta differenziata, su cui torneremo fra poco.
  9. Distanza fra il Comune e il luogo di conferimento.
    Si tratta della distanza media tra il Comune e gli impianti cui vengono conferite le differenti tipologie di rifiuto, rilevata in km. Un km di distanza in più aumenta il costo standard di 0,18 euro per tonnellata.
  10. Tonnellate totali di rifiuti prodotti e smaltiti. Questa variabile si riferisce a quanto il Comune prevede di gestire, o ha gestito nell’annualità per la quale intende effettuare il calcolo, in termini di tonnellate totali.

Il sistema si basa su elementi statistici rilevati che vanno a definire un modello standard di calcolo che seppur ancora non cogente deve essere utilizzata dalle amministrazioni comunali nella determinazione delle tariffe.

L’elemento più interessante è la standardizzazione del dato di aumento del costo all’aumentare delle raccolte differenziate. Tale valore rappresenta l’impatto sul costo standard del servizio e risulta incrementale fino all’ottenimento di un valore intorno al 65% di raccolta differenziata a questa percentuale infatti si raggiunge il valore massimo di costo di circa 85 euro tn (da aggiungere al costo fisso di 130 euro). Il valore scende fino a 60 euro tn al raggiungimento del 100% di raccolta differenziata. Ma cosa contiene questo valore?

Escludendo gli altri fattori questo valore contiene innanzitutto il costo del servizio. L’aumento del numero di prese di servizio al fine di raccogliere le frazioni differenziate, gli ulteriori costi dovuti all’utilizzo di modelli di raccolta maggiormente impattanti rispetto al cassonetto dell’indifferenziato (si pensi all’impatto sui costi del personale per il porta a porta o il costo degli investimenti per le attrezzature ad accesso controllato). Analogamente esemplificativo è il dato di aumento del costo del servizio di 14,71 euro per i servizi porta a porta.

Altri valori considerati sono indubbiamente i ricavi da vendita di materiali. Ifel dimostra, in una situazione molto complessa come quella in cui viviamo, che la vendita delle frazioni di rd non è in grado di compensare l’aumento dei costi della raccolta. Oggi al contrario il problema è la collocazione di questi materiali (carta e plastica in primis) e la possibilità di riciclarli effettivamente.

Ma quale è la soluzione?

Stante il quadro normativo europeo e le ingenti sanzioni che inevitabilmente i comuni e lo stato dovranno pagare in caso di non ottenimento degli obiettivi di % di rd è possibile lavorare su alcuni fattori di livello strategico.

La scelta di un modello di raccolta che non comporti costi di lungo periodo. Notoriamente il porta a porta oltre ad un incomprimibile aumento dei costi del personale determina un importante aumento delle malattie professionali che nel medio periodo sono a carico del servizio sanitario nazionale. Un modello ad accesso controllato al contrario per quanto richieda investimenti importanti nel breve (dovuto anche alla non maturità delle tecnologie proposte dal mercato) porterebbe nel medio periodo una riduzione dei costi del servizio.

L’educazione e la cultura dei cittadini è un elemento fondamentale su cui si investe sempre troppo poco. Questo argomento va affrontato su tre prospettive: la riduzione dei rifiuti, la differenziazione di qualità, l’acquisto di prodotti (bio)degradabili. Il livello di qualità della raccolta incide sui valori di vendita del materiale quindi non basta fare la raccolta differenziata ma è necessario ridurre le impurità sulle frazioni differenziate.

Le strategie nazionali infine devono andare verso la riduzione dei rifiuti. Nel mese di dicembre solitamente vengono prodotti il 30% di rifiuti in più rispetto alla media annuale dovuti essenzialmente ad imballi. La plastica è un prodotto che finisce per lo più in discarica (42%) o ad incenerimento (35%) (entrambi questo tipo di impianti sono in esaurimento in quasi tutta Italia e difficilmente ne verranno costruiti altri). Una presa di decisione forte sul non utilizzo di certi materiali è l’unica soluzione per provare ad invertire una pericolosa deriva.

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Alfredo Rosini

Esperto in Regolazione Tariffaria
Partner Mixura